giovedì 5 maggio 2011
Il vuoto digitale - Vivere offline
"IL senso del nulla mi ha invaso il cuore. Una leggera tensione mi avvolge. Sento di aver perso qualcosa di importante". Parole affidate a un taccuino di carta: il ventenne che le ha scritte è infatti rimasto senza cellulare, Internet, musica, televisione. Con il vecchio telefono fisso e l'ancor più vetusto libro non più in grado di riempire le ore di un giovane assuefatto agli stimoli digitali.
Molti degli universitari che hanno partecipato all'esperimento dell'università del Maryland lo hanno definito "crudele". Ventiquattr'ore senza alcuna connessione hanno ispirato ai mille giovani di dieci paesi in cinque continenti sentimenti ovunque simili: "Ero ansioso, irritabile, mi sentivo insicuro", "Avevo un tale bisogno di collegarmi, riuscivo a controllarmi a fatica", "Mi sentivo solo", "Il silenzio mi stava uccidendo", hanno scritto alcuni dei partecipanti al test nel diario che i ricercatori avevano chiesto di tenere aggiornato durante le 24 ore. E ancora: "Avevo l'impressione che mi fosse stato amputato un braccio", "Stavo seduto sul letto, non avevo nulla da fare", fino ad arrivare a: "Sentivo continuamente il bip del messenger nelle mie orecchie, era un'ossessione".
continua qui
Ho trovato molto interessante questo articolo apparso su La Repubblica che fa parte di uno studio sociologico di una università americana.
Ciò che ne esce è una società ormai in balia della informatizzazione e di internet dove, senza di questo, le persone si sentono vuote e sole e con vere e proprie crisi di astinenza.
Un fenomeno imprerevedile oppure una scelta voluta dai grandi network?
In ogni caso la risposta positiva o negativa che sia mi mette paura.
Doriana
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Interessante esperimento. In effetti è vero, non solo i giovani soffrono la crisi di astinenza da pc., temo che gli adulti non ne usciremmo meglio da una simile prova.
RispondiEliminaConsiderando che ci si lavora e che almeno una volta al giorno si fa capolino nei vari siti, la mancanza si avvertirebbe eccome.
C'è da dire però che 24-ore mi sembra sia un tempo irrisorio per capire quanto si è davvero dipendenti dalla tecnologia, il primo giorno in cui si rinuncia a qualcosa di abitudianario è sempre il più duro.
Ciao Doriana :)
Me ne accorgo quando c'è un guasto sulla line e...succede spesso .
RispondiEliminaCiao Francy. Le dipendenze si somigliano tutte un po'. Essenzialmente ce ne sono di due tipi, diciamo raggruppabili in due famiglie: quelle a carattere psicologico e quelle di tipo fisico.
RispondiEliminaI meccanismi sono nettamente diversi ma i comportamenti sembrerebbero uguali. Internet farebbe parte della prima famiglia.
Non credo sia solo un problema di assuefazione, quindi una dipendenza e basta, credo piuttosto che sia come sentirsi di colpo " estromessi" dal mondo. Ma quello che mi preoccupa è che non è una estromissione dal mondo circostante, non è un incarceramento, ma mancanza di un mondo che ci siamo costruiti su misura con persone scelte per noi da una miriade di altre persone.
Questa è la mia analisi per quel poco che conosco di psicologia.
Credo sia grave Francy e credo che i grandi network ci stiano giocando sopra proprio a scopo di lucro.
Insomma, parecchi di noi stanno in internet credendo di lottare in modo alternativo ma invece fanno parte di un progetto da cui non possiamo staccarci.
Doriana
Lo so Valerio è successo anche a me e, sinceramente, credo che Lorenzo, con la chiusura del blog, abbia percepito questo.
RispondiEliminaDoriana
Credo che la risposta l'abbia già scritta tu, Doriana a questo "fenomeno", dicendo:
RispondiElimina"Ciò che ne esce è una società ormai in balia della informatizzazione e di internet dove, senza di questo, le persone si sentono vuote e sole e con vere e proprie crisi di astinenza" ma, x fortuna, non tutte le persone sono così!!!!
Le crisi d'astinenza vengono da qualsiasi cosa ne abbbia scaturito la causa della dipendenza!
Buona serata
Elisena
Sicuramente non tutte le persone sono così, ma ci mancherebbe! Saremmo allora una società meccanica:DDDD
RispondiEliminaInfatti, come dici tu, le crisi d'astinenza avvengono perchè ci viene a mancare un qualcosa di cui non possiamo farne a meno. Sia per ragioni fisiologiche sia per ragioni psicologiche.
Ma l'esperimento non contemplava l'uso di internet come mezzo di comunicazione, perchè altrimenti non avrebbbe avuto senso. Se a me tagliassero la lingua sarei in crisi d'astinenza di parole :))) E' una battuta ma è anche la verità.
L'esperimento ha voluto mettere in evidenza le crisi d'astinenza da internet in sè, dal mondo virtuale che ognuno si può creare, ed è questa la causa che mi preoccupa.
Un abbraccione
Doriana
Dori ciao, poni un problema che coinvolge un poà tutti noi che navighiamo e viviamo la rete, oltre alle altre tecnologie. Credo però sia inevitabile come tutto ciò a cui ci si abitua, la luce elettrica, l'uso dell'ascensore, il telecomando. Non possiamo più vivere senz ale nostre comodità, anche se fino a ieri vi convivevamo benissimo. Bisosgnerebbe sempre riuscire ad avere un certo distacco, ma è difficile. Almeno dovremmo cercare di avere sempre presente che la mente umana può andare oltre ogni cosa e reinventarsi continuamente.
RispondiEliminaUn abbraccio carissima
L'assuefazione al pc......io ce l'ho avuta, e per un periodo anche piuttosto lungo.
RispondiEliminaEppure, di questa dipendenza ne ero cosciente.
C'era un motivo scatenante?
Si, c'era e non lo dico a mia difesa, però non è mica detto che ci debba per forza essere una causa che ne determini l'assuefazione.
Cioè, io non darei sempre la colpa alla società, alla mancanza di alternative, al vuoto affettivo, e via di questo passo.
E' un gioco e, come tale, coinvolge.
C'è comunque piacere e, si, un coinvolgimento anche molto profondo, sentito, seppur non tutti riescono a capirlo.
Chi ne è innume, di certo, lo troverà assurdo :)
E' una dipendenza tremenda, taglia i rapporti reali a favore di quelli virtuali, t'isola, il mondo si restringe allo schermo del computer, provi perfino fastidio a ricevere inviti o adempiere ad impegni, che vivi come scocciature noiose.
La dipendenza vera, secondo il mio punto di vista, non è data solo dalla necessità di poter disporre, ed usufruire h24 dello strumento, indispensabile come un salvavita, ma dal piacere che, indubbiamente, se ne ricava.
Ma sono anche sicura che se alla fine ne fossimo privati per un tempo più lungo, o addirittura per sempre, subentrerebbe l'adattamento alla privazione :)
Riusciremmo a fare a meno del pc e del cellulare?
Sono assolutamente convinta di si.
Un post davvero interessante, Doriana, su cui fare molte riflessioni
Un bacio
Marilena P.S. - Concordo con Francesca, un solo giorno è poco per capire quanto, e tenacemente, si possa essere dipendenti dalla tecnologia.
Dici bene Lucia, parli di comodità ed è il giusto modo di intendere. In questo caso però non è limitato solo a questo.
RispondiEliminaSi tratta di una vera e propria " apnea" da mancanza e lo studio questo ha voluto dimostrare.
Credo valga la pena seguire l'andamento di questo fenomeno.
Grazie del commento:))))
Doriana
Mannaggia, avevo messo un commento lungo e mi si è cancellato!!!! Mi spiace Marilena, ora devo andare in farmacia, inizio alle 20,00, ti rispondero stasera.
RispondiEliminaDoriana
Non ti preoccupare, Doriana, rispondi quando hai tempo!
RispondiEliminaCiao
Marilena
P.S. - E'capitato anche a me con i commenti troppo lunghi!
Di tutte le assuefazioni si è coscienti. Questo, credimi, è un punto fermo.Vale in medicina come in psichiatria. Anzi, le persone molto intelligenti
RispondiEliminasanno camuffarla molto bene. La causa l'hai detta tu: il gioco. Tutto ciò che è gioco non è detto che sia positivo, purtroppo è un termine molto abusato.
il gioco porta piacere, tutti i giochi, gli stupefacenti portano piacere, l'alcool, il fumo portano piacere. Non si scappa da questa considerazione Marilena.
Ma, anzi, ne è proprio la rovina.
Ora, questo esperimento è stato positivo prorpio perchè durato un giorno. E' stato infatti possibile effettuare delle misure importanti le quali hanno dato la dimensione del propblema.
Averlo fatto durare un mese si avrebbe avuto un altro dato, ad esempio in quanto tempo se ne possa uscire.
I pericoli ci sono ma non sono ancora stati studiati a fondo. Ovviamente parlo di persone che si sono create una vita 2 parallela" in internet, chi lo usa solo per scrivere come facciamo noi
mi pare palese che non rientri in queste categorie, anche se nessuno ne è immune, nemmeno io:))
l'esperimento ha anche messo in rilievo che non si tratta solo di una comodità, come la corrente elettrica, ma una vera e propria necessità di usare lo strumento. Se pensiamo alla corrente elettrica noi non ne sentiamo la necessità di usarla in quanto corrente.
Io, nel mio commento finale, me la prendo non con chi lo utilizza internet, ma con chi ne è padrone, perchè ricordo che non sono solo quelli che ci giocano con il pc che possono cadere in questa trappola, ma anche chi lo usa per lavoro.
Grazie Marilena del bel commento, un abbraccio
Doriana
Imprevisto visitatore,
RispondiEliminail problema è a monte. Le dipendenze non attecchiscono su un terreno ricco. E intendo una ricchezza di Relazioni tali da non farti sentire mai solo, o una sufficiente indipendenza interiore dagli alti e bassi della vita; tutta roba che si può Guadagnare, o trovarsela già "ereditata", più o meno consapevolmente. Meglio Consapevolmente, poiché più resistente a variazioni ambientali. Quelli che si trovano a dover imparare, per quanto sarà dura, dovrebbero considerare che certe cose se le stanno scoprendo da sé, rispetto agli ambienti che non hanno saputo trasferirgli tali conoscenze, poiché non le avevano Comprese, o non potevano; o loro stessi non erano pronti per riceverle.
Dicevo, nel caso di internet, può anche darsi che invece le relazioni diventino fin troppo frequenti e intense, e con troppo intendo tali da trascurare patologicamente la propria realtà fisica. E ciò a un certo punto viene a galla, assieme a tutta la polvere sotto il tappeto, come in ogni prolungata trascuratezza di sé in favore dell'ormai sistematico abbandono (dipendenza da altro) a distrazioni dal lavoro da fare su di sé. Sino a paludi fisiche, necessitanti di supporti riequilibranti fisici (oltre che relazionali). Persino gli hacker più nerd degli esordi di internet si sono spostati verso l'hacking della realtà, che tradotto significa fra le altre cose ricerca della/e verità.
Come qualsiasi artista, cercatore, filosofo, scienziato eccetera degni di questo nome.
Bé potrei parlare per ore, cerco di arrivare al dunque. È inutile pensare a un sadico progetto, un complotto dei social network e/o vari poteri forti, semplicemente chi ci guadagna vuole continuare a farlo e non si pone più di tante domande, ma noi possiamo difenderci facendo le Domande, sottraendoci a raggiri e inganni, e in questo terreno virtuale prima o poi qualcuno verrà a leggerle o se le chiederà, e potrà trovare le risposte, continuando a cercare. Se ti accorgi che qualcosa ti sta rendendo schiavo, guardala per bene, a fondo, senza paura, desidera liberartene con tutte le tue viscere, cerca nello scibile umano, osa per il tuo bene, diamine, scuotiti, svegliati, e sarai tu l'artefice della tua liberazione. Ma dovrai essere umile. Faticare. Come una medicina, amara, che cura l'animo. Dubita pure! Cerca risposte nei testi di ogni religione e filosofia, nelle insospettabili esperienze di ogni persona che incontri, e le troverai. Te lo può giurare chiunque abbia superato un inferno e sia onesto. Altrimenti rimani all'oscuro, al freddo, ignorante, limitato; come lo era il debole prima di conoscere la potenza, ma il potere usato per il male è destinato a rinsecchirsi, quello usato per il bene cresce, lentamente, impercettibilmente. Non accontentarti di soffrire, di lasciarti annegare nella tristezza e infuocare dalla rabbia, di lasciare le cose come stanno. Cambia ora, il poco che puoi, capisci quel che non puoi. Qua si sta bene, ti aspetto.
p.s. Grazie del post, Doriana!