lunedì 6 giugno 2011
E.Coli
Il 22 Maggio 2011 attraverso il sistema di allerta rapido europeo (EWRS - Early Warning and Response System) la Germania ha segnalato un notevole aumento di casi di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e diarrea emorragica a partire dal 25 Aprile 2011.
Le informazioni ufficiali fornite dalle autorità tedesche aggiornate al 31 maggio 2011 indicavano 470 casi di SEU e 1064 casi non complicati di infezione da E.coli enteroemorragici (EHEC). Pertanto il rapporto casi di SEU rispetto ai casi di infezione da EHEC è di circa 1:2.5.
La SEU è una complicanza delle infezioni intestinali da VTEC e colpisce in genere i bambini di età inferiore a 5 anni. Sorprendentemente, i pazienti più frequentemente coinvolti nel focolaio tedesco sono prevalentemente adulti e giovani adulti (l’88% dei pazienti ha età superiore ai 20 anni), con una netta predominanza di donne (72% tra i casi di SEU e 61% tra i casi di infezione EHEC).
I decessi sono stati 6 tra i pazienti colpiti da SEU e 3 tra quelli colpiti da infezione da EHEC.
Nuovi casi di malattia continuano ad essere riportati, indicando che il focolaio epidemico è tuttora ancora attivo.
Il focolaio è centrato nelle regioni del Nord della Germania, dove la maggior parte dei pazienti risiedeva oppure riportava di aver soggiornato (principalmente area di Amburgo, Nord e Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein, Northrhine-Westfalia).
Sono stati riportati casi (sospetti o confermati) anche in altri Paesi Europei (Svezia 45 casi, UK 7, Danimarca 17, Paesi Bassi 7, Francia 6, Svizzera 2, Austria 2, Spagna 1, Polonia 1), la maggioranza dei quali erano riconducibili a precedenti soggiorni nelle aree della Germania interessate dal focolaio epidemico. Soltanto per un caso segnalato in Danimarca non è stato possibile stabilire un legame epidemiologico con il focolaio tedesco.
Di oggi la notizia della possibile individuazione del focolaio iniziale nei germogli di soia.
Il ceppo associato al focolaio epidemico è stato identificato come E. coli O104:H4 (vtx2-positivo; eae- negativo; resistente ad alcuni antibiotici). Le caratteristiche del ceppo disponibi sul sito del RKI (www.) indicano che si tratta di un sierotipo poco comune caratterizzato dalla mancanza del gene eae, codificante per un fattore di adesione considerato un carattere comune dei ceppi VTEC altamente patogeni.
Il 30 maggio 2011 il WHO Reference Centre for E.coli and Klebsiella at the Statens Serum Institut ha comunicato che i ceppi VTEC O104 isolati da alcuni pazienti danesi erano portatori di geni caratteristici del patogruppo di E. coli Enteroaggregativi EAggEC. Se confermata anche in ceppi isolati da altri pazienti, tale caratteristica in associazione alla presenza del gene vtx2 potrebbe essere alla base della particolare virulenza del ceppo epidemico mancante del gene eae e spiegare il motivo per cui i casi sono riportati soprattutto tra gli adulti.
L’infezione all’uomo si trasmette attraverso l’ingestione di alimenti o acqua contaminati o per contattato diretto con gli animali. Tra gli alimenti contaminati più a rischio vi sono la carne cruda o poco cotta, il latte non pastorizzato formaggi e altri derivati a base di latte non pastorizzato. Anche i vegetali (frutta e ortaggi e germogli) e i succhi possono veicolare l’infezione, come dimostrato dalle numerose epidemie legate a questi tipi di alimento (spinaci, lattuga, germogli alfa-alfa). La contaminazione dei vegetali avviene soprattutto attraverso pratiche di fertirrigazione e/o comunque attraverso la contaminazione con reflui zootecnici. Un’altra via di trasmissione delle infezioni da VTEC è quella oro-fecale da persona a persona. Questa via necessita di un contatto stretto tra gli individui ed è quindi molto spesso riportata nell’ambito familiare e scolastico (scuole d’infanzia e comunità).
• La gravità della malattia dipende dalle caratteristiche di virulenza del ceppo infettante, dall’’età e condizioni generali del paziente e dalla dose infettante, che può essere anche molto bassa (inferiore a 100). Il tempo d’incubazione di circa 3 / 4 giorni, può variare tra i 2 e gli 8 giorni. Anche nei casi complicati dalla SEU l’esordio sintomatologico è generalmente caratterizzato da diarrea spesso ematica, accompagnata da dolore addominali intenso e vomito. La febbre, se presente, raramente supera i 38°C. Nei casi non complicati la malattia ha carattere autolimitante con una durata compresa tra 2 e 4 giorni. Le complicanze tipiche della SEU si manifestano a seguito del passaggio nel torrente circolatorio della tossina liberata nel lume intestinale.
Non esiste terapia specifica nei confronti dei VTEC e le infezioni vengono trattate con terapie di supporto (reidratazione, emo-dialisi e/o dialisi peritoneale, plasmaferesi, emotrasfusioni). La terapia antibiotica è sconsigliata o addirittura controindicata poiché potrebbe favorire il rilascio della tossina con peggioramento delle manifestazioni cliniche.
In Italia non sono stati segnalati casi di malattia e/o infezione da VTEC riconducibili al focolaio tedesco, così come in altri 8 Stati membri (Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Norvegia, Polonia e Slovenia, Irlanda). Inoltre nel nostro Paese il siero gruppo VTEC O104 (ceppo associato al focolaio della Germania) non è mai stato identificato nel corso di infezioni umane né individuato da campioni di animali o alimenti. Gaia Scavia (Registro Italiano della SEU, Iss) e Alfredo Caprioli (Laboratorio comunitario e nazionale di riferimento per Escherichia coli, Iss) commentano i casi registrati in Germania e la situazione che riguarda il nostro Paese.
E' importante osservare poche norme igieniche, quali ad esempio lavare molto bene le verdure, gli utensili utilizzati in cucina, lavarsi bene le mani ed evitare il contatto di prodotti già lavati con quelli da lavare. Queste semplici osservanze sono in grado di evitare gli episodi di infezione alimentare dal tipo di batterio (E.coli.), in questi giorni riscontrato in Germania.La trasmissione dell’infezione da Escherichia Coli avviene perlopiù tramite il consumo di acqua e di alimenti, crudi o poco cotti, contaminati con feci o per contatto diretto con animali o il loro ambiente.Invitiamo comunque a rispettare delle semplici norme di igiene per mettersi al riparo dalle tossinfezioni alimentari, eccole di seguito:
1. Lavare la verdura fresca, come insalata o pomodori, con acqua e bicarbonato. 2. Sbucciare la verdura prima di mangiarla, soprattutto se si tratta di cetrioli. 3. Preferire gli alimenti cotti, come gli ortaggi lessati o come il latte pastorizzato (ossia quello venduto confezionato): il trattamento termico, infatti, è l’unico modo per distruggere l’escherichia coli. 4. Lavarsi bene le mani prima della preparazione dei cibi, prima di mettersi a tavola e dopo aver cucinato. 5. Pulire con detersivi le superfici di lavoro prima di manipolare gli alimenti, soprattutto se in casa vivono anche degli animali. 6. Evitare ogni contaminazione tra i cibi, tenendoli separati e usando utensili diversi per tagliarli o cucinarli. 7. Lasciare gli alimenti deperibili (sia crudi che cotti) a temperatura ambiente per il minor tempo possibile. 8. Tenere in buono stato il frigorifero, controllando la temperatura, pulendolo e sbrinandolo regolarmente. Infatti la bassa temperatura mantiene freschi gli alimenti senza modificarne le caratteristiche e rallenta la crescita dei microrganismi. Seguiamo quindi questi utili consigli e continuiamo a nutrirci con consapevolezza e sicurezza per metterci al riparo da possibili infezioni.
Fonti: istituto superiore di Sanità; registro italiano Sindrome Emolitico - Uremica
Doriana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Eccezionale Dori questo tuo post e i consigli in esso riportati. Gesti semplici ke posson sembrar banali ma ke servono ad evitare "tristi" contagi".
RispondiEliminaGrazie x queste informazioni.
Una buona giornata
Strabacio
Elisena
Ho letto con interesse, da quando è scoppiata questa epidemia sono in ansia, visto che mia figia vive in Germania, non nella zona dell'epidemia ma non mi rende certo tranquilla.
RispondiEliminaIo sono convinta che il denominatore comune sia proprio l'acqua, troppi alimenti incriminati e nessuno risulta essere la causa effettiva del virus. Quindi, se ciò fosse, il consiglio di lavare bene ogni cosa in questo caso sarebbe controproducente... e allora cosa fare?
Non capisco perchè non abbiano ancora esaminato le acque nelle zone dove si è sviluppato il virus.
Scusami se Ti pongo sempre domande, ma ... sei Tu che ne sai di più :)
Un abbraccio
Grazie Elisena del commento, faccio quello che posso e che so:)
RispondiEliminaBacione
Non può vivere solo in acqua Francy, se per acqua intendiamo fiumi, laghi o acquedotti. Questo microrganismo, gram negativo, ha bisogno di un ambiente di aminoacidi e di una temperatura fra i 38-43 gradi per poter vivere.
RispondiEliminaCome ho detto prima per poter vivere hanno bisogno di terreni ricchi di liquidi organici. E' indolo positivo, una tecnica di analisi per calssificare i batteri e individuarne la presenza di un particolare amminoacido da cui si possa risalire l'ambiente ideale per la riproduzione.
Detto questo, in modo molto semplicistico, si può dedurre che l'ambiente suo ideale sono liquidi in ambiente idrico da cui attinge il nutrimento dalla soluzione idrolitica, ricca di aminoacidi e sostanze organiche, quindi acqua inquinate fecali, l'intestino ( ambiente done usualmente vive, e menomale, perchè è importante per il nostro metabolismo, ma escluderei le acque ad uso nostro e irrigue.
Io credo molto di puù ai fertilizzanti, anche se il mio dubbio è: perchè una specie ancora sconosciuta si è presentata così prepotenetemente in natura?? Non si tratta di virus, ma batteri, esseri viventi veri e propri!
Gatta ci cova e forse la risposta la si potrebbe trovare proprio nei laboratori governativi.
Ciao e stai tranquilla, basta mangiare tutto cotto e del batterio non ne rimarrà traccia.
Doriana
altro che cetrioli
RispondiEliminaMah Giardy, oggi si è scoperto che sarebbero stati di nuovo i germogli di soia, ma hanno detto, secondo me, una scemenza, e cioè che è proprio nei germogli in genere che è più probabile trovare questo batterio.
RispondiEliminaNon sono una biologa ma credo non abbia molta valenza scientifica questa affermazione.
Mi raccomando, lava le verdure....:)))
Baciotto
Doriana
Ciao Doriana,
RispondiEliminariesco solo ora a leggere la Tua risposta. Quanto dici è senz'altro la verità, visto che il batterio è resistente a ben otto antibiotici...Questa volta hanno tirato fuori un vero mostro. Bastardi!!
Grazie e un bacione